giovedì 29 maggio 2008

Medicina Omeopatica


Questo è l'indirizzo per firmare la petizione per rendere la medicina omeopatica mutuabile anche in Italia.
Fate girare.

http://www.PetitionOnline.com/1611073/petition.html

lunedì 26 maggio 2008

Incenerito o termovalorizzato ? (fareverde.it)


Notizia del 26-05-2008

Fare Verde mercoledì 21 maggio scorso ha commentato a caldo le decisioni del Consiglio dei Ministri relative all'emergenza rifiuti in Campania evidenziando come discariche ed inceneritori non potessero essere considerate soluzioni definitive.

Il giorno dopo, Giovedì 22 maggio è stata diramata la notizia secondo la quale la Commissione Europea ha espresso dubbi sull'efficacia delle misure decise dal governo italiano per affrontare la crisi dei rifiuti a Napoli. La portavoce dell'esecutivo comunitario, Barbara Helfferich, ha detto che i provvedimenti non risolvono "i problemi strutturali": considerazioni perfettamente coincidenti con le valutazioni di Fare Verde.

Non ci voleva molto a capirlo: chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la gestione integrata dei rifiuti sa che un piano serio parte dalla testa e non dalla coda, cioè dalla riduzione a monte dei rifiuti e non dal loro smaltimento. Allo stesso modo, qualsiasi esperto di rifiuti sa che gli inceneritori hanno bisogno di discariche speciali dove stoccare ceneri tossiche.
Solo i politici e i giornalisti italiani sembrano non saperne nulla...

Incontrando i giornalisti a Bruxelles, la portavoce della Commissione Europea ha spiegato: "Speriamo molto che le misure applicate finora risolvano il problema contingente, ma i problemi strutturali ancora non li ha risolti e speriamo che l'Italia decida al più presto misure per piani di gestione adeguati". Helfferich ha detto anche che la Commissione valuterà se le nuove misure decise dal governo "rispettano la legislazione europea".

Fare Verde, quindi, continua a chiedere misure urgenti per uscire definitivamente dall'emergenza: provvedimenti per la riduzione a monte dei rifiuti, raccolte differenziate spinte fino all'80%, piattaforme di riciclaggio come quella di Vedelago (Treviso), centri di compostaggio.

sabato 24 maggio 2008

Affare rifiuti


Notizia del 23-05-2008 (fareverde.it)


RIFIUTI: Fare Verde spera in Ministro Zaia e Presidente Alessandri (LN) favorevoli ad alternative agli inceneritori

Nella folle orgia d'inceneritori e discariche promossa in maniera bipartisan da PDL e PD si intravvede per fortuna qualche barlume diluce che speriamo possa illuminare il resto del Parlamento che a quanto pare di serie politiche di gestioni rifiuti secondo i veri dettati europei sa poco e nulla. Ci riferiamo in particolare al Ministro dell'Agricoltura Luca Zaia ed al neo Presidente della Commissione Ambiente, Lavori Pubblici della Camera Angelo Alessandri.

Luca Zaia da presidente della Provincia di Treviso ha incentivato la diffusione della raccolta differenziata porta a porta, che oggi permette alla Marca di superare in una realtà di 850.000 abitanti il 66% di raccolta differenziata e fare a meno di un inceneritore dopo aver chiuso diverse discariche. Zaia, anche da vice-presidente della Regione Veneto ha continuato a perseguire politiche alternative alla costruzione d'inceneritori in Veneto, puntando su riduzione, raccolta differenziata porta a porta, compostaggio, trattamento meccanico biologico che destina la frazione biostabilizzata minima in discarica ed il "cdr" eventualmente in cementifici e non in costosissimi inceneritori. Tra l'altro in provincia di Treviso esiste il Centro Riciclo Vedelago, che ha ideato un innovativo sistema che puo' recuperare senza bruciare o mettere in discarica anche gli scarti non riciclabili trasformandoli in sabbie sintetiche. Zaia ha saputo contrapporsi anche a compagni di partito nella Lega Nord, come Giancarlo Gentilini (oggi vice-sindaco di Treviso) favorevoli alla costruzione di un inutile inceneritore nella Marca. Tra l'altro va rilevato che uno dei pochi Comuni in provincia di Treviso che non fa la raccolta porta a porta è proprio il capoluogo governato dal duo Gobbo-Gentilini, che hanno la percentuale di differenziata più bassa della provincia.

Angelo Alessandri, presidente federale della Lega, da consigliere provinciale di Reggio Emilia dal 1999 al 2006 e poi da deputato dal 2006 si è sempre opposto alla realizzazione di un inceneritore in provincia di Reggio ed in altre provincie emiliano romagnole, puntando anche lui sulla promozione della raccolta differenziata porta a porta. Raccolta che si sta iniziando a praticare sia nel capoluogo (che si è posto l'obiettivo del 70% di differenziata entro il 2012 e punta su Trattamento Meccanico Biologico) che in altri comuni reggiani. Alessandri ha anche promosso politiche alternative agli inceneritori come il Trattamento Meccanico Biologico. Da deputato ha anche denunciato nel 2006 con una interrogazione al Ministro dell'Agricoltura, i rischi derivati dall'ubicazione d' impianti dismaltimento come discariche e inceneritori in zone di produzione di prodotti agro-alimentari di qualità, dop e igp, in primis ad esempio nelle zone di produzione di Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma.In Emilia Romagna, grazie ad Alessandri la Lega conduce una dura battaglia contro discariche e raddoppi o costruzioni d'inceneritori puntando sulle alternative industriali e la diffusione della raccolta differenziata porta a porta.

Alessandri ha anche denunciato pubblicamente nel 2006, il business dei "Cip6" pro inceneritori equindi ci auguriamo che sia coerente guardiano di fronte ad ogni tentativo di rinserire qualsiasi tipo d' incentivo all'incenerimento di rifiuti non biodegradabili che sono considerati illegali dall'UnioneEuropea (normativa 2001/77) oltre che una misura illiberale che non garantisce il corretto svolgimento della gestione dei rifiuti sfavorendo la riduzione dei rifiuti e la raccolta differenziata spinta.

Ciauguriamo che sia il Ministro Zaia che il Presidente della Commissione Ambiente Alessandri, accolgano le proposte di Fare Verde e continuino coerentemente la loro battaglia propositiva per una gestione dei rifiuti che riduca drasticamente l'uso di discariche ed inceneritori puntando sulle alternative ed approfondendo anche l'importante tematica delle innovative politiche Rifiuti Zero. Politiche che potrebberoessere applicate già subito sui loro territori di riferimento sia in provincia di Treviso che in quella di Reggio Emilia dove la raccolta differenziata è già rispettivamente al 66% e 48%. Questo Parlamento ha bisogno di qualche "bagliore di luce" realmente ambientalista in materia di rifiuti.

TERMOVALORIZZATORI = INCENERITORI + DANNOSI


Notizia del 22-05-2008 (fareverde.it)


Rifiuti: il Governo vada oltre l'emergenza rinunciando ai cosiddetti "termovalorizzatori"

Fare Verde auspica che il Governo italiano sappia guardare oltre l'emergenza e che risolva in via definitiva il problema rifiuti, rinunciando all'abusata opzione "discariche e inceneritori".

Va detto a chiare lettere che i cosiddetti "termovalorizzatori" necessitano di discariche speciali dove stipare ceneri tossiche in una misura pari ad almeno il 30% dei rifiuti inceneriti. Per un territorio come la Campania, devastato dallo sversamento illegale di rifiuti tossico-nocivi, l'incenerimento dei rifiuti è quindi, l'ennesima soluzione temporanea che aggrava la situazione invece di risolverla una volta per tutte.
Fare Verde chiede al Governo interventi urgenti per risolvere definitivamente il problema rifiuti in Campania come nel resto d'Italia: provvedimenti per la riduzione dei rifiuti alla fonte, centri di compostaggio, piattaforme di riciclaggio e impianti per il trattamento meccanico-biologico dei rifiuti che non si riescono a ridurre e differenziare. Si tratta di impianti che in Campania sono vergognosamente inesistenti e nel centro-sud Italia del tutto insufficienti.

"Ci auguriamo che il Governo italiano dia un vero segnale di svolta e, dopo aver di nuovo affidato la gestione dell'emergenza rifiuti a Bertolaso, inizi a pensare seriamente ad un pacchetto di norme e all'impiantistica necessaria per risolvere il problema in via definitiva" - afferma Massimo De Maio, presidente di Fare Verde Onlus - "Quello dell'ordine pubblico è l'effetto drammatico di una gestione illegale dei rifiuti che ha coinvolto per decenni tutta la classe politica campana. Senza distinzioni. Auguri, quindi, a Bertolaso e De Gennaro. Ma il problema è altrove e per risolverlo una volta per tutte occorre sapere come si riducono alla fonte i nostri rifiuti, come si raccolgono in modo differenziato, come si riciclano. Non basta pensare a incenerirli e stiparli in qualche discarica più o meno a norma in attesa della prossima emergenza."

Fare Verde richiama l'attenzione sugli aspetti economici della gestione rifiuti e anche in questo caso reclama un chiaro segnale di svolta da parte dell'attuale Governo: in un momento economico estremamente difficile, il Consiglio dei Ministri deve tenere conto di quali sono le soluzioni meno dispendiose per il problema rifiuti. La promessa di ridurre la pressione fiscale può essere mantenuta solo attraverso l'eliminazione degli sprechi di denaro pubblico.
Con i 250 milioni di euro necessari per costruire un solo "termovalorizzatore", si possono realizzare 25 impianti di compostaggio di qualità che producono fertilizzante e metano invece di ceneri tossiche e fumi inquinanti.
Si tenga conto anche dell'impatto occupazionale delle opere realizzate: in un centro di riciclaggio come quello di Vedelago (Treviso) lavorano 64 persone, in un "termovalorizzatore" come quello di Brescia, solo una decina. Nel Sud Italia non c'è bisogno di lavoro?

Per i rifiuti che si sono già accumulati lungo le strade e nei centri di stoccaggio provvisorio, Fare Verde rilancia la proposta dell'assessore all'ambiente della Regione Campania, Walter Ganapini: pre-trattarli e bruciarli in impianti già esistenti, inclusi i cementifici.

Per Fare Verde, non si può ignorare l'urgenza del problema rifiuti: molti comuni campani hanno dimostrato che si possono raggiungere elevate percentuali di riciclaggio in pochi mesi, ordinanze per la riduzione alla fonte dei rifiuti possono essere efficaci in poche settimane, centri di compostaggio, isole ecologiche e piattaforme per il riciclaggio sono impianti che diventano operativi in poco tempo.
I "termovalorizzatori" sono impianti, invece, costosi e complessi che, oltre a non eliminare le discariche, richiedono maggiori investimenti e tempi più lunghi di realizzazione.

Infine, una esortazione alla coerenza da parte del presidente di Fare Verde: "Il Presidente del Consiglio Berlusconi dimostri la sua propensione per il libero mercato negando gli incentivi alle imprese private che realizzano "termovalorizzatori": attualmente sono i cittadini italiani a sostenere gli investimenti per queste opere attraverso un contributo pagato sulla bolletta elettrica. È ora che queste aziende private in cui la collettività partecipa sostenendo parte dei costi, si assumano il rischio d'impresa".
Fare Verde ricorda che gli inventivi creano distorsioni di mercato a favore degli imprenditori che realizzano "termovalorizzatori" con i soldi dello stato, mentre gli imprenditori che realizzano con i propri soldi centri di compostaggio e riciclaggio non godono di alcun incentivo.

mercoledì 7 maggio 2008

9 Maggio festa dell'Europa


"La pace mondiale non potrà essere salvaguardata se non con sforzi creativi, proporzionali ai pericoli che la minacciano. Il contributo che un'Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche. L'Europa non potrà farsi in una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto".
Il 9 Maggio 1950 Robert Schuman, Ministro degli esteri francese, pronunciava questa dichiarazione che è alla base del processo d'integrazione europea.

Come sarebbe il mondo e, soprattutto, come sarebbe il nostro continente senza l'Unione europea? Rispondere con precisione non è ovviamente possibile ma, lavorando d'immaginazione, non è difficile pensare a tanti Stati con altrettante leggi, mercati, monete ed economie diverse, ripiegati sui propri egoismi nazionali ed incapaci di risolvere ed affrontare insieme problemi comuni.

Noi siamo nati trovandoci senza sforzo il grande dono dell'Europa unita e, spesso, non ci rendiamo neppure conto di quanto sia prezioso. I nostri padri, i nostri nonni hanno vissuto l'Europa prima del 9 maggio 1950. Molti di noi hanno invece avuto il grande privilegio di non sperimentare guerre, dittature, fame, privazione della libertà e di altri diritti fondamentali. Siamo nati in un'Europa dove la pace, la democrazia e lo Stato di diritto sembrano essere dati di fatto, come l'azzurro del cielo o il calore del sole.

Questa Europa dove tutti possono circolare liberamente, studiare, cercare lavoro, realizzare imprese, dalle Canarie alla Finlandia, dalla Sicilia all'Irlanda, è stata costruita da tanti uomini illuminati che spesso hanno vissuto sulla loro pelle la privazione della libertà o l'esilio. E' progredita con lo sforzo più o meno noto di tantissimi e, soprattutto, con la partecipazione dei popoli europei che più volte hanno detto dei "sì" fondamentali che hanno segnato alcune tappe del processo di integrazione.

Ora, alla vigilia dell'entrata in vigore del nuovo Trattato di Lisbona che porterà ancora più democrazia ed efficacia nel processo decisionale, dopo l'Euro e la riunificazione del continente, ci rendiamo conto che le sfide che ci aspettano sono ancora tante. Il pianeta si sta scaldando più del dovuto per colpa dell'uomo e la domanda di energia e di altre materie prime aumenta in parallelo alla crescita di giganti demografici quali l'India e la Cina. L'attuale modello di sviluppo non è sostenibile e centinaia di milioni di persone sono sempre più esposte a siccità, carestie, fame, malattie, povertà estrema e analfabetismo. Miseria e disperazione sono anche alla radice di grandi flussi migratori che premono sul nostro continente e, la limitatezza delle risorse e il malcontento alimentano fenomeni di terrorismo di cui siamo stati vittima anche noi europei. Il mercato globale ci porta a riconsiderare i nostri livelli di competitività e di capacità di creare occupazione e crescita mettendoci di fronte a modelli di produzioni con standard di protezione sociale e di tutela dell'ambiente diversi da quelli europei.

A tutti questi grandi problemi che riguardano il nostro futuro e la nostra capacità di preservare l'ecosistema del pianeta, l'Europa unita è in grado di dare risposte che mai avrebbe potuto trovare se debole e divisa in tanti Stati e staterelli incapaci di decidere insieme.

Le nuove generazioni vivranno in un mondo con nuovi rischi e sfide difficili; ma avranno un grande strumento per affrontare il futuro: l'Unione europea, prima economia e mercato del mondo in grado di portare avanti politiche comuni per gestire la globalizzazione.
Personalmente mi sembra un ottimo motivo per festeggiare con convinzione il 9 maggio.

Carlo Corazza Direttore della Rappresentanza a Milano

Ambiente: tre procedimenti d’infrazione contro l’Italia


L’iniziativa della Commissione riguarda i rifiuti e le emissioni

La Commissione europea prosegue la sua azione a carico dell’Italia in due casi di violazione della normativa UE sulla protezione della salute umana e dell’ambiente contro i rischi derivanti dai rifiuti. Inoltre, la Commissione si accinge ad inviare una diffida a nove Stati membri, tra cui l’Italia, che non hanno rilasciato o aggiornato le autorizzazioni per gli impianti industriali secondo quanto previsto dalla direttiva sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento.

continua...

lunedì 5 maggio 2008

Scrivi a Unilever


Firma la Petizione e chiedi a Unilever di non utilizzare più per i propri prodotti olio di palma che provenga dalla deforestazione e sostenere la moratoria sulla conversione delle foreste indonesiane:

Petizione on-line